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Mediterranea, (XII-XIII, 2015-2016), Nuova Serie

Stampa

Quaderni annuali dell'Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico

Curato:   Bellelli Vincenzo 
 
Anno Edizione:  2016
Isbn:  978-88-7140-745-6; ISSN 1827-0506
 
Numero Pagine:  216
 
Casa Editrice:  Edizioni Quasar

Editoriale

Vincenzo Bellelli

Dopo una pausa forzata relativamente lunga, imposta dal cambio di editore, la rivista di antichistica del CNR Mediterranea. Quaderni annuali dell’Istituto di Studi sul Mediterraneo antico ritorna sulla scena editoriale interamente rinnovata, oltre che nella veste tipografica, in tutti gli assetti organizzativi (direzione responsabile, comitato scientifico, comitato di redazione), ma in ideale continuità di intenti con il passato. Del resto, la rivista, essendo l’espressione di un organo di ricerca del CNR che ha subito in un tempo alquanto breve più di una riconfigurazione istituzionale (con approdo finale all’Istituto di Studi sul Mediterraneo AnticoISMA), ha gradualmente assunto un’identità plurale sul piano scientifico e tematico-disciplinare, che – nel caso di specie – viene a identificarsi con la nozione articolata di “Mediterraneo antico”.

Ma quale Mediterraneo è quello che la nostra rivista intende collocare nel mirino della propria attività di ricerca, sulla falsariga di quanto ha fatto negli ultimi anni, tenendo al tempo stesso conto dell’evoluzione rapidissima degli studi di antichistica? Prima di riprendere la navigazione nel mare affollato dell’editoria scientifica, in cui – com’è stato notato – il termine “Mediterraneo” è a dir poco inflazionato, dare una risposta a questa domanda assume un significato programmatico.

Il Mediterraneo osservato dalla nostra rivista è, per definizione, il luogo privilegiato degli incontri e degli scontri di civiltà, in cui si riscontra, come in nessun’altra area del mondo antico, per riprendere un’espressione efficace di F. Prontera, «una rete così ampia e fitta di interazioni culturali, favorite a un tempo dalle condizioni geografiche e storiche ».
Questo gigantesco crocevia di civiltà ebbe obiettivamente uno dei suoi baricentri geografici e culturali nella penisola italiana, area nevralgica del “mare interno” degli antichi, collocata fisicamente al centro di numerose direttrici e di interferenze culturali. Prima che diventasse parte dell’Ecumene mediterranea sotto l’egida unificatrice di Roma, la penisola fu infatti un mosaico di civiltà fiorenti, ma autonome, e pure in reciproco contatto, a loro volta inserite in fitte reti dinamiche di rapporti interetnici e interculturali.

Con questo quadro prospettico di riferimento, imperniato sul binomio fra l’Italia e il Mediterraneo nell’evo antico, in particolare nel corso del I millennio a.C., la rivista si rimette dunque in navigazione proponendosi all’attenzione della comunità scientifica, e mettendo a disposizione degli studiosi una sede comune in cui convogliare saggi, note, discussioni, senza trascurare l’aspetto, importante in ogni indagine di tipo storico-archeologico, della storia degli studi, della storia della cultura e della ricezione dell’antico.

L’auspicio è che il nuovo corso della rivista – dato anche lo sforzo congiunto del proprietario della testata (il CNR), della direzione dell’ISMA e del nuovo editore (Edizioni Quasar) di rifondare Mediterranea e contenere il costo dei singoli fascicoli per assicurarne la diffusione – si avvii con successo con il contributo di tutti, stimolando la discussione collettiva e il progresso dei nostri studi.