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"Mediterranea" - Supplemento 6 (2011)

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Laura Ambrosini,
Le gemme etrusche con iscrizioni,
2011, pp. 144.

«MEDITERRANEA» · SUPPLEMENTI
Diretta da Filippo Delpino

 

Le gemme etrusche hanno stimolato la curiosità degli studiosi sin dal lontano Rinascimento e vantano una tradizione di studi plurisecolare. Il Gori pubblicò il suo lavoro sulle Gemme caelate nel 1737 ed il Winckelmann arrivò a Firenze nell'agosto del 1758 per redigere la Description des pierres gravées du feu baron de Stosch, che venne pubblicata nel 1760. Lo studio che qui si presenta, sulla base di una nuova banca dati realizzata dall'autrice e partendo da presupposti quali l'analisi dell'iscrizione (con eventuale nuova e diversa lettura), lo studio dello schema iconografico, l'eventuale derivazione del medesimo dalla glittica greca, la devianza dello schema iconografico da quelli attestati nell'arte greca, è incentrato sulla raccolta aggiornata delle gemme etrusche iscritte, comprensiva delle provenienze, delle collezioni, dei passaggi di proprietà, di eventuali nuove proposte di lettura delle iscrizioni e delle indicazioni bibliografiche principali. Esso nasce dall'esigenza di avere un quadro archeologico 'd'insieme' sulle gemme etrusche iscritte non limitato, come spesso avviene negli studi prettamente epigrafici, ad uno scarno elenco, ma che prenda in esame anche altri aspetti che fanno parte integrante del corretto studio di questi manufatti: gli aspetti tecnologici relativi alla loro produzione, quelli iconografici, stilistici, epigrafici, e quelli che da essi derivano, come l'inquadramento storico e sociale e la storia del collezionismo.

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